mercoledì 13 marzo 2013

... e bravo Ravello!

Tutti contro tutti è l’opera prima dell’attore Rolando Ravello, che oltre alla regia ne ha curato anche la sceneggiatura insieme a Massimiliano  Bruno, prendendo spunto da una storia vera, accaduta a un suo amico non molto tempo fa.
Nella domenica della prima comunione del figlio, Agostino (Ravello) e tutta la sua famiglia al completo sono emozionati nel celebrare una giornata così importante e, al termine della cerimonia, non potendosi permettere il pranzo al ristorante, decidono di gustare un delizioso rinfresco nella propria piccola abitazione in periferia. Ma li attende qualcosa di inaspettato. Bloccati sul pianerottolo, tentano invano di aprire la porta di casa, scoprendo con grande dispiacere che qualcuno, un certo Tonino Rizzuti (Paolo Sassanelli, irriconoscibile con quell'accento meridionale), ha occupato la loro abitazione durante la loro breve assenza. Ha inizio cosi una lunga battaglia di schermaglie verbali dai risvolti tragicomici che ha come fine ultimo la rivendicazione del diritto di possesso della propria casa. Stanco di aspettare il giusto aiuto dalle autorità o altri enti, Agostino parto all'attacco e, in segno di protesta, decide di occupare il pianerottolo di casa, nonostante sia malvisto anche dai suoi (un tempo) vicini di casa, impauriti che possa accadere anche a loro. Chi la spunterà?

Ravello ha offerto una regia pulita e semplice e ha saputo anche circondarsi di ottimi attori come Kasia Smutniak nel ruolo della moglie (molto pacata nella recitazione, che non è risultata piatta come accaduto in passato), Marco Giallini (che brilla come ci si potrebbe aspettare) nei panni del cognato di Agostino e non da meno anche Antonio Gerardi, che interpreta il malvitoso Antonio Macchiusi. Migliore tra tutti, però, spicca il sarcastico personaggio del Nonno Rocco (uno scoppiettante Stefano Altieri), che regala anche le battute più belle del film, farcite di quella romanità tipica da borgata.



Anche se potrebbe sembrare una storia ai limiti dell’impossibile, in realtà si tratta di una pratica molto diffusa nei palazzi popolari delle grandi città e Ravello ha tentato di raccontare questo spaccato alquanto grottesco e drammatico del nostro tempo strizzando l’occhio allo spettatore e scegliendo la via più semplice: una comicità equilibrata e genuina. Per questo motivo mi sento di straconsigliarlo a tutti!!!

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