venerdì 12 luglio 2013

W la libertà!

Se qualcuno non avesse avuto la fortuna di inciampare in questo piccolo ma delicato capolavoro, deve assolutamente correre ai ripari e cercare di rimediare quanto prima!!!
Si tratta di Viva la libertà di Roberto Andò, noto regista teatrale, cinematografico nonché sceneggiatore e scrittore, che ha saputo sfruttare al meglio un magnifico Toni Servillo, il quale, con una maestria indimenticabile, è riuscito a lasciar senza parole con la sua duplice maschera.
Enrico Oliveri (Servillo) è il segretario del principale partito di sinistra all'opposizione, che, dopo esser stato contestato pesantemente e risulta indietro in tutti i sondaggi politici, decide di darsi alla macchia e rifugiarsi a Parigi nella casa di una sua amante del passato, Danielle (un'opaca ma efficace Valeria Bruni Tedesci ovvero la sorella dell'ex-premiere dame Carla Bruni) che ormai si è rifatta una vita, sposandosi un regista affermato con il quale ha avuto anche una bambina.
Nel frattempo l’assistente di Olivieri, Andrea Bottini (un impacciato, simpaticissimo e bravo come sempre Valerio Mastandrea), non sapendo come rintracciarlo, chiede aiuto alla moglie Anna, che, perplessa quanto lui, gli suggerisce di contattare il fratello gemello, Giovanni Ernani, un genio e filosofo davvero simpatico ma anche molto pazzo. Sin da bambino riusciva a impersonare perfettamente suo fratello senza che nessuno se ne accorgesse e quindi perché non continuare a divertirsi? Il bello arriva proprio qui.
Mentre il vero Oliveri sta cercando di trovare se stesso in Francia, l’altro riesce a conquistare le folle e a riportare in alto l’indice di gradimento di tutti quegli elettori di sinistra ormai scoraggiati.
Meravigliosa la scena in cui decide di usare le parole di Brecht (riprese da “Lode del dubbio”) per colpire la moltitudine di persone che ha di fronte… è stato così bello che ve lo ripropongo qui di seguito:
«Per noi va male. Il buio          
cresce. Le forze scemano.       
Dopo che si è lavorato tanti anni         
noi siamo ora in una condizione           
più difficile di quando  
si era appena cominciato.        
E il nemico ci sta innanzi          
più potente che mai.    
Sembra gli siano cresciute le forze, ha preso    
una apparenza invincibile.        
E noi abbiamo commesso degli errori, 
non si può più mentire.
Siamo sempre di meno. Le nostre       
parole d'ordine sono confuse. Una parte         
delle nostre parole       
le ha stravolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.
Che cosa è ora falso di quel che abbiamo detto?         
Qualcosa o tutto?        
Su chi contiamo ancora?         
Siamo dei sopravvissuti, respinti          
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza  
comprendere più         
nessuno e da nessuno compresi?         
O dobbiamo sperare soltanto  
in un colpo di fortuna?»           
Questo tu chiedi. Non aspettarti          
nessuna risposta          
oltre la tua.
Se tutti i nostri politici avessero ancora in cuor loro un amore così forte per il senso di quella politica con la P maiuscola, forse non ci ritroveremo in questo stato pietoso.
Un film delizioso sull’ipocrisia dei politici italiani e sulla voglia di un popolo di poter ancora credere in qualcuno da votare per garantire una vera guida a un paese in chiara deriva.
Vi avverto che la conclusione lascia molti dubbi, ma per una volta sono contenta di un finale “aperto”!

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