mercoledì 18 giugno 2014

L'orata nello spazio bianco

Lo spazio bianco (2009), diretto da Francesca Comencini e tratto dall’omonimo romanzo di Valeria Parrella, è un film delicato e davvero pieno di emozioni, che racconta con molta tatto e sensibilità il limbo in cui si trovano molte madri i cui bambini nascono prematuri, simboleggiato nel film da un vero e proprio spazio bianco. Una stanza dove si trovano tutte le incubatrici e le loro mamme in attesa che i propri bambini inizino a farcela da soli senza l’ausilio di alcuna macchina. Questo film, infatti, parla dell’aspettare. Non solo l’attesa in grembo della nascita di un figlio, ma anche la stremante attesa di coloro che non sono più incinte ma devono comunque aspettare, attanagliate da molteplici dubbi sulle condizioni ancora incerte dei propri bimbi.
Maria (una bravissima Margherita Buy) è insegnante di italiano in una scuola serale di Napoli, che ama la sua libertà e la sua solitudine. Rimasta incinta dopo una breve relazione con un ragazzo padre, quest’ultimo non ne vuole sapere e la abbandona. Lei decide comunque di portare avanti una gravidanza un po’ tardiva e, anche quando la bambina, Irene, nascerà prematura, dovrà farcela da sola. Aspetta inesorabilmente ogni giorno che sua figlia decida di vivere e anche se in un primo momento è come se si fosse estraniata dal resto del mondo, troverà appoggio in alcuni dei suoi studenti e soprattutto nelle altre giovani mamme, che come lei aspettano anche un piccolo segno di miglioramento.
In una scena mentre Maria si confida con il suo simpaticissimo amico partenopeo Fabrizio (Giovanni Ludeno), i due passeggiano per un tipico mercato rionale di Napoli, parlando dei problemi e dei mille pensieri che lei ha per la testa. Proprio nel momento che stanno per lasciarsi, Fabrizio compra una bellissima orata e la dona a Maria; la donna, stupefatta, ammette che non sa neanche come cucinarla e l’amico le risponde semplicemente di farla al forno.
Ecco allora una piccola e semplice ma saporitissima ricetta…



Ingredienti (per 3 persone): 3 orate (dal peso di 350 g ciascuna), patate novelle, prezzemolo, pan grattato, olio extra vergine d'oliva, aceto di vino bianco, 1 aglio, origano e sale

Procedimento:
1) Pulire le orate, togliendo le viscere e le squame;
2) Dopo averle lavate accuratamente, salarle all'interno e all'esterno e lasciarle gocciolare;
3) Nel frattempo tritare finemente abbastanza prezzemolo e origano freschi insieme a un piccolo spicchio d'aglio;
4) Unire il trito di aromi a 3 cucchiai abbondanti di pan grattato, a cui vanno aggiunti un pizzico di sale e pepe e un goccio d'olio;
5) Condire (sia all'interno che all'esterno) le orate con il pan grattato preparato precedentemente e posizionarle su una teglia da forno rettangolare di medie dimensioni;
6) Riempire il resto della teglia con le patate novelle tagliate a fettine di circa 0,5 cm, su cui andrà sparso un pizzico di sale e la parte restante di pan grattato usato per il pesce;
7) Condire le orate con qualche goccia di aceto di vino e un leggero filo d'olio anche sulle patate;
8) Infornare a 200° (modalità grill) per circa 20 minuti, finché la superficie del pesce e delle patate risulterà leggermente dorata.

P.s.: una menzione speciale va alla colonna sonora di questo film... pieno zeppo di tutte le mie canzoni preferite da "Call me" di Blondie, "Where is my love" di Cat Power, "Misty" di Ella Fitzgerald e "I wish I knew how it would feel to be free" della superlativa Nina Simone.

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